Labirinto

mercoledì 28 gennaio 2015

INEDITA TRIPLICE CINTA INDIVIDUATA IN COMUNE DI CAMPORGIANO FRAZIONE PUGLIANELLA (LU)

CAMPORGIANO PUGLIANELLA (LU)

CAMPORGIANO PUGLIANELLA (LU)
Questa TC è stata individuata da Giancarlo Marovelli, che ce ne ha dato segnalazione nel gennaio 2015 e che ringraziamo. In precedenza era stata vagamente indicata come presente nell' "aia del Gianandrea", in relazione alla presenza di un alquerque, che effettivamente è presente, insieme ad un altra triplice cinta presente sul lato sinistro dell'aia. L'ubicazione è però stata specificata dal nostro segnalatore, come segue:
"Nelle vicinanze dell'entrata del castello, tra Via Piana  e Via del Borghetto, nella piccola piazza sono presenti nella pavimentazione 
  • una piccola Triplice Cinta posta sul lato sx dell'aia, molto consunta delle dimensioni cm.22x18. 
  • un Alquerque delle dimensioni cm.23x27 cm. con i quadrati interni di cm.12x12 (v. scheda);
  • al centro dell'aria si trova un altra Triplice Cinta delle dimensioni di cm.20x17, aggiungiamo che essa è nel modello con diagonali;
Si precisa che detta pavimentazione sembrerebbe provenire dall'antistante Chiesa di Santa Maria Assunta.

                          
Notizie sulla località:
Puglianella è piccolo borgo medievale posto nel comune di Camporgiano che conserva ancora il suo impianto urbanistico medievale e ognuno di essi reca importanti testimonianze della cultura e della storia garfagnina. Basti pensare che sono ancora visibili l'entrata alla fortificazione del paese, particolare la piccola chiesa di S.Maria Assunta con la pregevole statua lignea della Madonna. Per quanto riguarda gli aspetti della vita quotidiana i metati ricordano al visitatore che la castagna per molto tempo è stata un bene primario importantissimo per gli abitanti della zona.
La storia di questo territorio è attestata da documenti archeologici risalenti al VII secolo a.C. che dimostrano la presenza di una popolazione di stirpe ligure-apuana. Nel II secolo a.C. i Romani penetrano in queste terre e vi si stabiliscono creando insediamenti le cui tracce sono giunte fino a noi nei toponimi.
Come dimostra il suo nome, di origine latina, l’abitato di Camporgiano fu fondato durante il periodo della colonizzazione romana e questa ipotesi è suffragata dal ritrovamento di monete. Durante il dominio romano il territorio dell’odierno comune di Camporgiano aveva una certa importanza strategica, commerciale e culturale in quanto era attraversato dalla via Clodia, arteria stradale che collegava Lucca a Luni, utilizzata dai pellegrini come via secondaria alla Francigena.
  • Segnalazione e foto: Dott. Arch. Giancarlo Marovelli


Maggiori informazioni http://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/camporgiano-puglianella-lu-1/

lunedì 12 gennaio 2015

Esclusiva intervista a tre degli Autori di "In cammino fino all'ultimo labirinto"

Esclusiva Intervista a tre degli autori di “FINO ALL’ULTIMO LABIRINTO”.

new_20131228_175934
La fine del 2013 ha visto la pubblicazione di un libro che già sta raccogliendo recensioni e commenti positivi e che si avvia a essere certamente il “caso culturale” di questo inverno 2013-2014. Stiamo parlando dell’opera di Giancarlo Pavat. Giancarlo Marovelli, Fabio Consolandi e Luca Pascucci e Fabio Ponzo, intitolata “FINO ALL’ULTIMO LABIRINTO”.
Un volume in brossura, formato 17 x 24, di 390 pagine, di cui 57 tutte di disegni e foto a colori, arricchito dalla prefazione di uno dei massimi esperti mondiali di labirinti, l’inglese Jeff Saward. Un lavoro di ricerca su tutti i labirinti italiani (che non esisteva in lingua italiana nel panorama delle ricerche su questa affascinante tematica) e sui principali esemplari europei, frutto di anni di ricerche sul campo, con viaggi in tutta Europa sino alla Scandinavia. 
Lo scorso 28 dicembre 2013, ad Arcinazzo Romano (RM), durante il convegno “CRONACHE DAL MISTERO: TEMPLARI, LABIRINTI E……..….” (moderato dalla dottoressa Serena Pallone e che ha visto come protagonista il professor Giuseppe Fort, archeologo medievista) è stato, appunto, presentato “FINO ALL’ULTIMO LABIRINTO”. Nell’occasione abbiamo incontrato tre degli autori, Pavat, Marovelli e Consolandi, ai quali abbiamo chiesto di parlarci un po’ di questo libro, ponendo alcune domande;
new_Giancarlo Pavat
(nella foto: Giancarlo Pavat)
IL PUNTO SUL MISTERO
Da dove nasce l’idea di questo libro e perché sta affascinando molti appassionati ed esperti ricercatori non solo in Italia ma pure in Europa?
GIANCARLO MAROVELLI
L’idea nasce da una sinergia congiunta, resa comune dall’interesse su questo antico simbolo, molti di noi avevano iniziato un proprio percorso personale alla scoperta del labirinto, lungo le antiche vie di pellegrinaggio che dal nord Europa giungevano a Roma e/a Gerusalemme. Questo cammino di ricerca è culminato con la pubblicazione di quest’opera di 390 pagine, in essa si racchiudono esperienze, percorsi, luoghi che porteranno i lettori all’ individuazione di un cammino che nasce in primis all’interno di noi stessi fino a giungere al segreto più nascosto nel labirinto racchiuso nella nostra anima.
FABIO CONSOLANDI
Il padre dell’idea, che ha dato origine al libro, è indiscutibilmente Giancarlo Pavat. Grazie alla sua grande esperienza, nel campo di questa particolare simbologia, è stato possibile strutturare, in un progetto organico, tutto il materiale presente nel volume. Non solo: a Pavat va anche riconosciuto il merito di aver svolto non solo il coordinamento dei ricercatori in ambito nazionale ed europeo, ma anche di avere svolto il ruolo di supervisione e regia di tutte quelle attività che, nell’arco di un lungo periodo di tempo, hanno portato alla concretizzazione di questo libro. Probabilmente, l’interesse che questo volume sta suscitando in campo internazionale, è dovuto proprio all’ampio arco geografico delle argomentazioni riportate, la loro esposizione chiara e seria e al fascino della simbologia stessa. Tutti questi elementi sono stati mirabilmente integrati fra loro, concorrendo a rendere il libro degno dell’attenzione d’oltreconfine.
GIANCARLO PAVAT
Per quanto mi riguarda nasce da anni di ricerche sui simboli e sul loro utilizzo nel corso della Storia umana, in particolare su quello del labirinto. Gli studi su questo simbolo antichissimo e diffuso in tutto il Mondo mi hanno portato ad organizzare, negli ultimi anni, diversi viaggi; alcuni dei quali ci hanno portato sino in Scandinavia, sul Mare del Nord e sul Mar Baltico. Ebbene, questo libro è pure un primo resoconto proprio di quanto emerso da queste spedizioni. Quanto al fatto che queste nostre ricerche e il libro stiano interessando numerosi ricercatori è dovuto in primis all’argomento stesso che abbiamo affrontato, e, in seconda battuta, alle novità ed alle scoperte che abbiamo effettuato.

(nella foto: Fabio Consolandi)
IPSM
Come siete riusciti a coordinare il lavoro di ben cinque autori e ricercatori? 
GM Necessario ed insostituibile è stato il lavoro fatto sul campo da alcuni di noi, sommato alI’uso dei moderni mezzi della tecnologia che ci hanno permesso di scoprire in alcuni casi, particolarità ben celate da questi antichi costruttori di labirinti. La rete ci ha dato la possibilità di scambiare dati, quasi in tempo reale, con ognuno di noi, in modo da confrontarci ed arricchire la ricerca con il nostro background personale acquisito in anni di ricerche.
FC Non è stato difficile: internet, telefonia mobile, Giancarlo Pavat e l’architetto Giancarlo Marovelli come referenti di progetto. Per quanto mi riguarda, mai nessuna esperienza di lavoro precedente è stata più coinvolgente ed interessante. Inoltre è stato per me formativo, in quanto ho avuto modo di imparare dalla loro grande professionalità e serietà intellettuale.
GP E’ stato uno degli aspetti che più mi ha entusiasmato. Normalmente i libri li scrivo da solo (ad esempio “Nel segno di Valcento” del 2010), in questo caso però, sebbene in “Fino all’ultimo labirinto” siano confluiti anni di ricerche anche personali, ho ritenuto che fosse opportuno realizzare un’opera corale. Sia per la vastità della tematica, sia perché molti dei viaggi di ricerca sul labirinto sono state fatte assieme ad altri amici. Quindi è stato semplicemente spontaneo e logico che questo libro vedesse la luce con addirittura cinque nomi sulla copertina. Non ci sono stati grossi problemi per coordinarci, anche grazie alle nuove tecnologie. Il continuo scambio di idee, informazioni, conoscenze, è stato davvero stimolante ed esaltante. Si tratta di una esperienza formativa certamente da ripetere. Si è creato un ottimo team e abbiamo altri progetti all’orizzonte.
IPSM
Alcuni di voi sono da tempo noti come scrupolosi ricercatori sul tema dei labirinti, quindi avete utilizzato anche dati e informazioni raccolti in vostre precedenti ricerche? Hanno collaborato con voi anche altri ricercatori internazionali?
GP Le mie ricerche sul Labirinto, come ho già accennato precedentemente, nascono come logica prosecuzione di quelle sulle simbologie (soprattutto medievali) che da anni (da almeno oltre un decennio) sto portando avanti. Giova ricordare, ad esempio, le mie scoperte sul celebre affresco del “Cristo nel labirinto” di Alatri. Ebbene, sono state proprio queste ricerche che mi hanno permesso di entrare in contatto con ricercatori internazionali. Inglesi, svedesi, tedeschi ecc.. Con i quali è nato un proficuo scambio di informazioni. In particolare con Jeff Saward, uno dei massimi esperti mondiali in fatto di labirinti, che da tempo segue i miei studi. Tanto da pubblicare nel 2012, sulla rivista da lui duretta e fondata, “Caerdroia” (vera e propria “Bibbia” in lingua inglese sui labirinti) un mio articolo in lingua inglese dedicato al labirinto alatrense. Tutta questa congerie culturale traspare anche dal nostro libro. Un opera davvero di respiro internazionale, lontana da provincialismi e steccati ideologici. D’altronde non poteva essere altrimenti; visto che il Labirinto appartiene a tutta l’Umanità.
GM E’ un tema che ho a cuore da oltre 15 anni, questo simbolo mi ha donato moltissimo sia dal punto di vista umano che durante i miei viaggi di ricerca, ho incontrato ricercatori che stavano compiendo i miei stessi studi tra cui i coautori di questo volume. Ho utilizzato dati, informazioni, esperienze delle mie ricerche sul campo cercando di inserirle all’interno del volume in modo da condividere con tutti questo meraviglioso cammino. 
FC Non posso rispondere alla prima domanda in quanto mi considero un discente in materia di labirinti, per definirmi “ricercatore scrupoloso” ho ancora molta strada da percorrere ed esperienza da accumulare. Mi è d’obbligo quindi far rispondere Pavat e Marovelli in merito. Per quanto riguarda le collaborazioni con i ricercatori internazionali, la risposta è un orgoglioso “SI”! Abbiamo avuto l’onore di avere una prefazione da quella che è internazionalmente riconosciuta, sia dalle università che dagli istituti di ricerca, una delle massime autorità del campo: Jeff Saward. Il quale non solo ha fregiato il nostro libro con una bella prefazione, ma ha anche supportato attivamente il nostro lavoro. Tutto ciò grazie ai frequenti scambi con l’illustre studioso e ricercatore coltivati da Pavat nel suo lungo periodo di ricerca sui labirinti.
IPSM
La vostra non sembra essere stata una mera ricerca archeologica o storica. Ma c’è dell’altro. Ce ne potete parlare?
GP Le mie ricerche non sono mai meri ed aridi studi eruditi ma vere e proprie esperienze di vita. Ci muoviamo sul campo, spesso affrontando situazioni davvero avventurose, spesso ci rechiamo in luoghi e siti di cui la maggior parte delle persone (anche cosiddetti a detti ai lavori) ignorano persino l’esistenza. E’ chiaro quindi, che questo libro è qualcosa che va aldilà della semplice (per quanto profonda e documentata) ricerca storico-archeologica. Abbiamo intrapreso un percorso, imboccato un sentiero, che vogliamo condividere con altri ma che è soprattutto di ricerca e crescita personale. Il Passato, le antiche conoscenze di chi ci ha preceduto, non vanno rinchiuse in un museo ma vissute, giorno per giorno. 
GM Esatto, non è una mera ricerca archeologica o storica, questo è uno studio organico della valenza del simbolo, dal punto di vista alchemico, geobiologico, radioestesico, simbolico, una miscellanea di discipline che porta ad un cammino, ad un messaggio profondo volto alla scoperta di una via, un percorso energetico al suo interno, un canale per raggiungere l’anima, in modo da attivare la “Monade” (il “Sé”) attraverso le funzioni psicologiche, sensoriali, intuitiva, intellettiva ed affettiva, fino a caricarsi di un’energia spirituale intensa. Questo è il grande patrimonio che è stato lasciato al Pellegrino e a tutti coloro che ricercano, questo abbiamo ereditato noi; il recupero delle leggi che regolano l’architettura sacra, l’utilizzo consapevole dell’energia geomagnetica unito alla preghiera, ci permette oggi di crescere in maniera consapevole, grazie alla riscoperta dell’antico sapere proveniente dal nostro passato.
FC E’ vero: c’è dell’altro. Dell’altro sul quale si potrebbero utilizzare i proverbiali “fiumi di inchiostro” nel mero tentativo di descrivere (non riuscendo in pieno…) la dimensione trascendentale ed ultima alla quale tende il simbolo del labirinto. Proprio questa sua peculiarità lo rende un simbolo misterioso ed affascinante. Proprio la “tensione” che genera nell’animo di colui che si accinge a contemplarne le geometrie ed il messaggio, potrebbe sinteticamente definire quel concetto di “altro” che va oltre l’archeologia e la storia. E’ però molto soggettivo. Una delle finalità del libro è proprio questa: mettere il luce gli aspetti trascendentali del simbolo stesso, che non hanno mai abbandonato la nostra ricerca e che, anzi, ne hanno composto la struttura portante.
Giancarlo Marovelli
(nella foto: Giancarlo Marovelli)
IPSM
Un simile libro comporta un enorme impegno sia economico che soprattutto intellettuale e culturale, senza parlare dei viaggi che avete fatto sulle tracce dei vari labirinti. Come ci si sente ora, che avete raggiunto brillantemente il vostro obiettivo?
GM La soddisfazione è immensa, ampiamente ripagata dallo spessore del nostro volume, ma quello che arricchisce maggiormente: l’aver donato a colui che sa cercare, un valido strumento, una traccia, un percorso che darà emozioni immense, le stesse emozioni che io ho provato nel mio cuore attraverso il cammino del labirinto. 
FC Personalmente sono soddisfatto. Ma, allo stesso tempo, consapevole che si può fare ancora molto e meglio: le tematiche che orbitano intorno al simbolo del labirinto e le interazioni che esse implicano, sono vastissime e, sebbene la grande capacità di Pavat e Marovelli ha permesso di sintetizzarle al meglio nel nostro libro, l’indagine ha ancora ampi margini di sviluppo. Di conseguenza, penso di esprimere un concetto condiviso anche dagli altri autori, abbiamo intrapreso un vero e proprio “cammino” ( non a caso il titolo del libro…) attraverso un campo della conoscenza che sicuramente porterà ad altro e altrove…
GP Una volta ho detto che il vero scopo di una ricerca non è raggiungere un obiettivo ma la ricerca stessa. Quindi non posso che ritenermi soddisfatto di questa “fatica”. Soprattutto per il fatto che mi ha permesso di arricchirmi, assieme agli amici, compagni di viaggio, coautori, in fatto di esperienze, emozioni, valori, sentimenti… Ma, come lasciamo intendere nel libro, il “cammino” è ancora lungo e la ricerca non è affatto finita…quindi…
IPSM
Sin dal titolo invitate il lettore a seguire un determinato percorso, un cammino “FINO ALL’ULTIMO LABIRINTO”, ma voi siete riusciti a raggiungere “L’ULTIMO LABIRINTO” oppure la vostra ricerca continua? 
GP L’ho già detto…il “cammino” è ancora lungo….
GM: La ricerca è in continua evoluzione, penso che ognuno di noi debba ancora percorrere molto di quel cammino, in ogni modo averlo iniziato è un grande passo che dona luce immensa, mi piace ricordare queste frasi di SAN Agostino:
” solvitur ambulando” si risolve camminando…Una valida indicazione che unita ad un altra citazione “Non uscire fuori di te, rientra in te stesso, la verità sta nell’intimo dell’anima umana” danno una precisa direzione sul cammino di ricerca che ognuno di noi, attraverso il labirinto deve compiere. 
FC “L’ultimo labirinto” è il concetto ideale che rappresenta la tensione alla ricerca stessa intesa nel suo senso più lato e multidisciplinare possibile… Il giorno in cui arriveremo all’ultimo labirinto quest’ultima si concluderà. Per ora vedo questa meta lontana, molto lontana… Inevitabilmente la “Ricerca” deve continuare: è necessario. Mi piace pensare che qualcuno prima o poi riuscirà a raggiungere, questa meta ideale dell’ultimo labirinto, e tornare con un bagaglio di consapevolezza e di esperienza capace di rispondere alle più urgenti ed importanti domande che oggi insistono nella nostra civiltà. Sarebbe bello scoprire che questa esperienza appartenga alla dimensione che trascende la nostra realtà materiale… Vedremo! 
IPSM
Quali sono i vostri prossimi obiettivi e i vostri progetti futuri?
GM Attualmente sto studiando le valenze simboliche di un’antica pieve a schema basilicale a tre navate, del 722, posta nel Comune di Bagni di Lucca, entro la fine di quest’anno dovrei completare la mia ricerca; Per quanto riguarda “In cammino fino all’ultimo labirinto” l’obbiettivo è di renderlo fruibile a livello internazionale mediante la traduzione in lingua Inglese, in modo da raggiungere e far conoscere i vari labirinti situati in tutta Europa ad una moltitudine di persone. 
FC La situazione socio/politica italiana mi preoccupa molto. In un contesto come quello che stiamo vivendo oggi, qualsiasi attività, anche quella apparentemente più semplice, diventa una sfida insormontabile. Diventa così molto difficile, almeno dal mio esclusivo punto di vista, riuscire a pianificare dei progetti da dichiarare realizzabili con cognizione di causa. Per ora stiamo lavorando intorno a questo libro con la ferma volontà di proseguire studi e ricerche nella nostra meravigliosa penisola. Tutto ciò sarà possibile se l’attuale classe politica lo consentirà, altrimenti, sto pensando seriamente di andarmene e continuare le ricerche altrove, in contesti più civili ed organizzati, dove la cultura è una risorsa e non è soggetta alle dinamiche obsolete e cristallizzate dell’ignoranza e dell’arroganza del potere oligarchico che attualmente governa il nostro paese.
GP Per prima cosa desidero proseguire sulla strada che abbiamo tracciato in merito alle ricerche ed alla diffusione della conoscenza del simbolo del Labirinto. Inoltre, come già detto, abbiamo creato un ottimo team e ci sono ancora tanti misteri da svelare…..vi posso assicurare che altre soprese sono in arrivo. Continuate a seguirci. 
IPSM
Grazie e in bocca al lupo per le vostre ricerche.

venerdì 9 gennaio 2015

Spettacolare Architrave con Triplice Cinta a Pratale, Lizzano (PT) segnalazione Arch.Giancarlo Marovelli- Dott.Giancarlo Sani

PRATALE (fraz. di Lizzano, PT)

PRATALE (fraz. di Lizzano, PT)
Questo bellissimo esemplare di Triplice Cinta è posto in verticale e si mostra ben proporzionato e squadrato; fa parte di un'architrave datato 1334 che si trova all'ingresso dell'Oratorio di Sant'Andrea a Pratale, Lizzano (PT). il manufatto proviene dal vecchio oratorio diruto; oggi l'edificio si presenta in loco dopo la ricostruzione (eseguita nel dopoguerra), con l'asse di orientazione modificato (attualmente nord/sud).
Molto interesse suscita, per il nostro studio, il contesto in cui è inserita questa TC, poichè non è semplicemente incisa ma scolpita, come gli altri simboli che l'accompagnano, tra cui si riconoscono una croce cosmologica, un Fiore della Vita inscritto in un cerchio, una croce con peduccio (che ricorda una tipologia usata anche dai Templari e dagli Umiliati), una foglia, un motivo ondulato (acque?), un'iscrizione con la data di cui abbiamo detto. Su questa composizione varrà la pena eseguire un ulteriore approfondimento, prossimamente.
La TC misura, nel quadrato più esterno, 15 x 15 cm, interno 4 x 4 cm.
Pratale in Val di Lima è un antico borgo, posto in amena posizione nella valle del torrente Lima, già probabile insediamento ligure, un tempo capoluogo della Montagna pistoiese, fu quasi completamente raso al suolo da una terribile frana nel 1814. Le testimonianze principali del suo insigne passato (il Palazzo Pretorio, la Pieve e l'Ospedale dei Pellegrini) sono così state completamente cancellate. Oggi è centro di villeggiatura estiva, ideale punto di partenza per escursioni e percorsi naturalistici nei secolari boschi di castagni che circondano l'abitato.
Nel Dizionario Geografico, Fisicoe Storico della Toscana (E. Repetti, 1776-1852) ) troviamo questa menzione dell'edificio che ci interessa: 
Denominazione:
Pratale
Popolo:
(S. Andrea a Pratale) S. Maria Assunta a Lizzano
Piviere:
S. Maria Assunta a Lizzano
Comunità:
S. Marcello
Giurisdizione:
S. Marcello
Diocesi:
Pistoja
Compartimento:
Firenze
Stato:
Granducato di Toscana
"PRATALE in Val di Lima. - Casale con oratorio pubblico (S. Andrea) nella parrocchia di Lizzano, Comunità Giurisdizione e circa miglia toscane 3 e 1/2 a settentrione di San Marcello, Diocesi di Pistoja, Compartimento di Firenze. Trovasi sulla ripa sinistra del fiume Lima sotto il Villaggio di Lizzano e prossimo ad un mulino contrastato sino dal 1343 fra i Lizzanesi ed i Pratalesi.
Non si conoscono notizie documentarie su questo piccolo Oratorio che, senza dubbio, originariamente dipendeva dal Piviere di Lizzano. La struttura in pianta è assai semplice: si tratta di un unico vano ad aula con copertura lignea a travicelli. Sul lato destro rispetto al por­talino di facciata si addossa un campaniletto a sezione quadrangolare, con cella campanaria a bifora su ogni lato e tetto a bassa cuspide, di tegole. Sul fronte si apre un portatino di arenaria con architrave datato 1334 e lunetta a tutto sesto sovrapposta, dentro la quale è murato un frammento scultoreo attribuibile al sec. XV. Il portale è sormontato da una lapide di arenaria scarsamente leggibile, i cui caratteri, tuttavia, sono trecenteschi. Probabilmente l'impianto ori­ginario risale all'anno inciso sull'architrave: 1334, e successivamente, adattamenti e forse ampliamenti furono operati sulla primitiva struttura durante i sec. XV-XVII. Tutto l'edificio è stato restaurato di recente (dal Repertorio dei Beni Culturali delle Provincie di Firenze e Pistoia) .


  • Segnalazione e foto: Giancarlo Marovelli (gennaio 2015), che si ringrazia vivamente.
  • Informazioni sull'edificio: http://www.massalizanum.it/


Maggiori informazioni http://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/pratale-fraz-di-lizzano-pt-/

Inedita Tris scoperta a Piteglio dall'Arch.Giancarlo Marovelli

PITEGLIO (PT)

PITEGLIO (PT)
L'esemplare si trova in posizione verticale, all' angolo di via del Fosso, nel fabbricato ora sede della Cassa di Risparmio di Firenze. Nnon sembra essere una pietra di recupero perchè appartenente all'edificio più antico (ma non sappiamo se quest'ultimo venne rimaneggiato reimpiegando, in via dubitativa, blocchi di altra provenienza). La cosa che sembra ci pare interessante far notare in casi simili è la volontà dei restauratori di mantenerlo in vista. 
La superficie si presenta deturpata da abrasioni che consentono di apprezzare soltanto la metà inferiore del tris. Attualmente, inoltre, la visione è ostacolata dal passaggio di una canalina di raccolta dell'acqua piovana. 
Il blocco su cui è inciso fa parte dell'angolata del fabbricato, il quale appartiene al vecchio tessuto storico del paese. 
Il petroglifo potrebbe in questo contesto assumere un significato simbolico e non ludico. Un grande masso retrostante l'edificio stesso, è interessato dall'incisione di tante croci, come quelle che lasciavano i pellegrini. 
Il paese di Piteglio si trova sulla montagna pistoiese. Il Comune ha dieci frazioni che offrono interessanti percorsi di visita, tra natura e cultura, sulle tracce di antiche vestigia. A Piteglio si trovava uno dei castelli che fra l'XI e il XII secolo costituivano il sistema difensivo dei territori montani controllati da Pistoia, conserva delle antiche strutture difensive bem poche tracce. La rocca, individuabile in parte nell'andamento murario della chiesa parrocchiale, le torri e la cortina difensiva sono in gran parte illeggibili, perchè distrutte o inglobate in strutture più tarde.
Le antiche case e le viuzze che si arrampicano su per il poggio sino alla chiesa di S. Maria Assunta sono la sincera testimonianza di un abitato di origine difensiva, trasformato, con il passare del tempo, in borgo dalle genuine caratteristiche montane (dal 
sito ufficiale del Comune).
  • Segnalazione e foto: Giancarlo Marovelli (gennaio 2015), che si ringrazia vivamente.
Maggiori informazioni http://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/piteglio-pt-/

Nuova Triplice Cinta a Cutigliano (PT), segnalazione Arch.Giancarlo Marovelli:

CUTIGLIANO (PT)

CUTIGLIANO (PT)
La TC si trova di fronte alla chiesa di San Bartolomeo, incisa su un blocco incassato in verticale. In origine la chiesa dipendeva dalla pieve di Lizzano ed è menzionata per la prima volta nel sinodo del 1313 intimato dal vescovo Ermanno. Dal 1419 fu munita del fonte battesimale, conferito con Bolla del Pontefice Martino V, assumendo così piena autonomia. Ha subito complesse vicende nel corso dei secoli. 
Il paese di Cutigliano ha poco più di 1.500 abitanti e non è distante dai paesi in cui Giancarlo Marovelli (autore di questa segnalazione) ha individuato altri esemplari interessanti per questo studio (v. schede di Pratale e di Piteglio).
Questo esemplare misura: 20x20 cm, centro rettangolare cm 8 base, altezza cm 7 (sequenza 4 cm+4 cm+7/8 cm): Presenta foro centrale.
E' molto probabile che il blocco sia di reimpiego.

  • Segnalazione e foto: Giancarlo Marovelli (gennaio 2015)


Maggiori informazioni http://www.centro-studi-triplice-cinta.com/products/cutigliano-pt-/

giovedì 8 gennaio 2015

Labirinto di Nazareth (Israele)

Un Labirinto “mariano” a Nazareth, segnalatoci dall’architetto Giancarlo Marovelli di Lucca.

new_2 Labirinto di Nazareth - foto Giancarlo Marovelli
L’architetto Giancarlo Marovelli ci ha inviato alcune fotografie ed un breve commento su un labirinto da lui visto a Nazareth, in Israele.
Nazareth, città israeliana di circa 73.600 abitanti (in gran parte arabi con cittadinanza israeliana, di cui molti di fede cristiana) situata nella regione storica della Galilea, è universalmente nota come la città di origine di Gesù, che secondo i Vangeli, pur essendo nato a Betlemme, vi abitò durante la sua infanzia e giovinezza. Inoltre, secondo i Vangeli (sia canonici, sia secondo alcuni apocrifi) proprio a Nazareth sarebbe avvenuta l’Annunciazione, ovvero l’annuncio da parte dell’Arcangelo Gabriele alla Madonna della nascita del Salvatore. Ma in realtà non è affatto certo che Nazareth esistesse già all’epoca di Gesù. Potrebbe essere stata fondata nel Medio Evo. Molti studiosi ritengono, infatti, che il termine “Nazareno”, con cui veniva appellato Gesù, sia riconducibile non al luogo d’origine bensì alla sua appartenenza ad una setta religiosa, quella dei “Nazirei”.
L’architetto Marovelli è uno studioso di simbologie e inoltre, proviene da una città, Lucca, che ospita uno dei sette labirinti unicursali “Chartres type”, ovvero con il percorso simile a quello con il Cristo al centro affrescato ad Alatri (FR). E lo scorso ottobre ha avuto modo di visitare proprio la città di Alatri, e vedere il “Cristo nel labirinto”, assieme ad Adriano Forgione e a Giancarlo Pavat.
Ringraziamo l’architetto Giancarlo Marovelli per averci segnalato il labirinto di Nazaretrh e rilanciamo l’invito a tutti i nostri lettori a fare altrettanto e a segnalarci ed inviarci foto ed immagini di tutte le simbologie nelle quali dovessero imbattersi.
UN LABIRINTO “MARIANO” A NAZARETH.
di Giancarlo Marovelli
A Nazareth lateralmente all’ingresso della Basilica dell’Annunciazione è stato realizzato nel 2009 da due architetti spagnoli, un nuovo percorso di visita arricchito da vasche e giochi d’acqua che concentrano il flusso, verso un labirinto di forma ottagonale , con al centro la statua della Vergine Maria.
Quest’opera di carattere simbolico, per non dire iniziatico, presenta una sola via da percorrere che conduce al centro, tra le braccia della Vergine Maria, questo è un tipico esempio di labirinto unicursale, presente in molte chiese delle Francia. Ai quattro lati del labirinto sono inseriti dei simboli geometrici metafisici che rappresentano:
Icosaedro = Acqua
Ottaedro = Aria
Esaedro = Terra
Tetraedro = Fuoco
Inoltre si evidenzia a livello pavimentale cromatico il motivo duale del bianco e nero ampiamente, sfruttato dai Cavalieri Templari nel loro stemma “Beauceant” (o “Valcento”) l’utilizzo dell’acqua canalizzata al di sotto del labirinto stesso, ricorda i canali presenti sotto le cattedrali gotiche, che con lo scorrere dell’acqua alimentavano il flusso energetico necessario per attivare il labirinto stesso, come tuttora presente nella cattedrale di Chatres.
Arch. Giancarlo Marovelli
web site :www.giancarlomarovelli.it
new_1 Lab di Nazareth - foto Giancarlo Marovelli