Labirinto

venerdì 7 agosto 2015

Il Simbolismo della Pieve dei Santi Giovanni e Ermolao a Calci (PI). Alquerque, triplice cinta, centro sacro

Un po' di storia..........






La pieve dei Santi Giovanni Avangelista ed Ermolao, risalente alla fine del secolo XI, fu costruita per volontà dell’arcivescovo Daiberto e portata a termine grazie alla magnificenza della contessa Matilde di Toscana. Presenta la facciata in stile romanico-pisano divisa da due ordini di arcate cieche con motivi geometrici tipici dell’architettura pisana.




Sulla sinistra si alza il robusto campanile, incompiuto, in pietra e mattoni. In posizione alta, sul medesimo fianco, è infissa una testa antica, forse di Giove Ammone. Alcuni storici e appassionati locali intravedono nella possente base quadrangolare del campanile i resti di un'antica torre difensiva o di avvistamento, le cui ampie fondazioni potrebbero esser nascoste sotto l'attuale livello stradale. La presenza di due finestre sui lati nord ed est con le caratteristiche tipiche delle feritorie  per arcieri, ovvero alte e strette con ampie strombature interne, è portata a parziale prova di tale ipotesi, insieme alla maestosità dell'opera che misura esternamente quasi 9 metri di larghezza.



 L'interno di impianto basilicale, è suddiviso in tre navate, separate da colonne di granito di reimpiego, culminanti in capitelli ionici e corinzi.
Da osservare con interesse l'altare maggiore in marmo di Carrara, la Madonna con il Bambino tra i santi Ermolao e Francesco (pala ad olio del Settecento) e il Fonte battesimale, composto da quattro bacini, scolpito in un blocco monolitico di marmo e ornato di rilievi (opera della scuola di Biduino databile al secolo XII) , sempre lungo la navata sinistra una teca conserva alcune reliquie di San Ermolao. Tra le opere, due dipinti di Aurelio Lomi, una tavoletta con la Madonna con il Bambino di Cecco di Pietro e quanto rimane (il volto) di  una  croce dipinta del XII secolo. 

I TRE SIMBOLI 

In Piazza Cairoli dietro l'abside della pieve troviamo un alquerque, una triplice cinta e un centro sacro, difficilmente troviamo i tre simboli nel solito luogo, forse un messaggio celato, la conoscenza dell'uno, la quadratura del cerchio;
 
ALQUERQUE

Alquerque delle dimensioni di cm.25x30, con i quadrati interni di cm.15x14;

 

                                                                             TRIPLICE CINTA
Splendida Triplice cinta perfettamente conservata, di dimensioni cm.25x25, con il centro di cm.8x7

Il centro sacro  

Delle dimensioni cm.18x16. Questo particolare simbolo, rappresenta l'Uno, l'origine, il principio da cui ha inizio la creazione, il centro è l'Essere puro, l'assoluto, il punto indiviso senza dimensione e forma, immagine perfetta dell'unità primigenia, l'Alfa e l'Omega.





giovedì 6 agosto 2015

Bagni di Lucca frazione Lugliano il labirinto di verzura di villa Politi

Un po’ di storia …..



Il paese di Lugliano è posto sul versante sinistro del fiume Lima, il suo nome deriva dal latino fundus Lullianus e sta a significare che nel periodo Romano un certo Lollius aveva un podere nell’area. Una tradizione popolare ne farebbe altresì derivare il nome dal latino Locus Jani (Bosco di Giano),  infatti lo stemma del paese è costituito da un’erma con Giano bifronte. Il paese è citato per la prima volta in una pergamena dell’853, dal vescovo Geremia di Lucca, dove viene registrato un livello a favore dei Fratelli Lupolo e Leopandro per 60 denari d’argento l’anno.
Lugliano fu feudo della casata dei Suffredinghi fino al 1209, in seguito  divenne feudo imperiale  e nel 1244 fu ceduto dall’imperatore Federico II di Svevia al comune di Lucca.
La struttura medievale è ancora evidente, con le sue mura di cinta, in parte incorporate nei caseggiati del paese. All’interno del paese, la chiesa parrocchiale a tre navate, con colonne in pietra sovrastate da capitelli in stile ionico. Fu originariamente dedicata a San Martino, in seguito nel 1269 intitolata a San Jacopo. Ricostruita nel XIV, rimase inalterata fino al 1854, nel 1915 furono completamente ristrutturate le facciate e la pavimentazione interna.
All’interno si conservano: un pregevole dipinto di Matteo Rosselli, allievo del Passignano, rappresentante la circoncisione di Gesù, e una statua lignea di Cristo Risorto della scuola di Matteo Civitali.
All’interno del paese è posta la villa Politi, questa importante e ricca famiglia erano mercanti di seta che nel XVIII secolo, come lo ricorda un’effige di pietra a fianco della villa datata 1702, decisero di costruire questo bel palazzo arricchito da un giardino somigliante a una fortezza di verzura che con i suoi quattro imponenti cipressi e novantatré piante di Bosso, formano uno spettacolare labirinto. Dal 1950 la proprietà della villa è  passata alle suore Barbantine.


Il labirinto di Bossolo


La Villa Politi  è posta a metà tra il piazzale della chiesa e la piazza centrale del paese è corredata da un giardino all’italiana con all’interno un piccolo labirinto di bossolo. Nel giardino oltre al labirinto, c’è un gigantesco frassino secolare, un orniello alto più di 10 metri alla cui base figura una lapide con la dicitura “Piantato nel 1600”. Un tempo tra i suoi rami, era stata costruita una grande piattaforma di forma rotondeggiante del diametro di circa 10 metri, dove potevano stare sedute a pranzo una ventina di persone. Lo stesso Bruno Cherubini lo cita nella sua opera” La flora ornamentale a Bagni di Lucca dall’inizio dell’800 a oggi”. Attualmente non esiste più la piattaforma, e interventi eseguiti per la messa in sicurezza degli alberi monumentali di Villa Politi hanno permesso di salvaguardare il frassino monumentale, conservando un patrimonio vegetale unico nel suo genere.